13 gennaio - sabato
AGRIGENTOWEB
Agrigento, un sito per promuovere il
centro storico
Ad Agrigento, quattro giovanissimi
sedicenni, animati dalla comune meritevole volontà di promuovere
l'immagine turistica di Agrigento, hanno allestito un sito web
sulla città, all'indirizzo
https://ilcentrostoricodiagrigentoag.jimdo.com/ .
Il sito contiene pagine descrittive
della Valle dei Templi, una sezione "itinerari" sul centro
storico di Agrigento, una stazione radio "Il centro storico", una
redazione per la sezione "news", le storie dei Santi Gerlando e
Calogero, il link alla pagina facebook e molto altro. I quattro
autori, Mattias Lo Pilato, Stefano Mangione, Libertino Gabriele
Burgio e Sandro Capizzi, affermano: "Siamo un gruppo di ragazzi che
amano la propria terra, per le bellezze che abitano in essa. La
nostra storia nasce il 29 luglio 2014 quando dei turisti arrivavano
dalla Valle dei Templi per salire sul Colle di Girgenti. Il problema
non era tanto la salita, ma era come arrivare alla salita, per
raggiungere il Colle. E quindi ci siamo chiesti: che cosa possiamo
fare? Abbiamo stampato dei fogli, con cui fornivamo le spiegazioni su
come raggiungere la Cattedrale; poi abbiamo creato una pagina
Facebook 'Il Centro Storico di Agrigento'. Sono arrivati i primi
like. Per offrire mappe online, abbiamo creato un account di posta
elettronica con cui inviamo anche gli aggiornamenti sugli eventi,
sulle aperture straordinarie dei monumenti del centro storico. Infine
abbiamo creato questo sito web, che oggi conta un milione di
visitatori all'anno".
LA SICILIA
RIBERA UNA SEDE PER IL TOSCANINI
Faraone incontra amministratori.
RIBERA. Si è parlato di
statalizzazione dell'istituto musicale Toscanini e di ricerca di
mia nuova sede, più ampia ed idonea, ieri mattina a Ribera nel corso
della visita che il sottosegretario di Stato Davide Faraone ha fatto
prima al palazzo comunale per incontrare sindaco e giunta e poi nei
locali del Toscanini di via Roma, dove il rappresentate di governo è
stato ricevuto dalla direttrice Mariangela Longo, dal presidente del
consiglio di amministrazione Giuseppe Tortorici, dai docenti e dagli
studenti della scuola che si appresta a diventare conservatorio
musicale nazionale, grazie alla legge approvata dal parlamento il 7
dicembre scorso.
La direttrice longo ha auspicato la
prossima pubblicazione dei decreti attuativi che porteranno alla
statalizzazione dell'istituto, alla luce dei 360 studenti iscritti
e dell'amplia mento quadruplicato delle attività musicali, oltre
ai tanti premi e riconoscimenti nazionali ed europei ottenuti dagli
studenti del Toscanini. Il presidente Tortorici ha sottolineato che,
dopo ben 25 anni dalla sua nascita, l'istituto con i docenti,
studenti ed indirizzi musicali si pone ormai da tempo all'attenzione
nazionale ed europea.
il sindaco Carmelo Pace, che con la
giunta ha incontrato Faraone, ha preso l'impegno di individuare al
più presto possibile una sede idonea ed ampia che consenta di potere
ospitare alunni, docenti ed uffici amministrativi, locali che sono la
condizione fondamentale per accedere alla statalizzazione. In questi
giorni infatti i docenti tengono le lezioni e gli studenti provano
gli strumenti musicali direttamente nella sala consiliare Frenna"
del Comune.
Il sottosegretario Davide Faraone ha
detto che, con la pubblicazione dei decreti attuativi, il Toscanini'
diventerà il simbolo di Ribera e del la Sicilia, non solo in Italia,
ma anche nel mondo dove già i suoi studenti ottengono meritati
riconosci menti. Concerto finale con Ines Tuttolomondo, Giuseppe
Infantino, Krizia Prestia e l'Ensemble di musica jazz.
ENZO MINIO
Pronto progetto per i lavori alla
"Rapisarda" e "la Carruba"
CANICATTI'. Inserito nel piano
triennale delle opere pubbliche.
CANICATTI' (c.v.) Pronto il progetto
di massima per effettuare i lavori all'interno delle scuole
Rapisardi" e "La carruba" chiuse ormai da parecchi mesi
Progetto, che è stato inserito nel piano triennale delle opere
pubbliche che il consiglio comunale ha già approvato S prevede che
per sistemare le due scuole oc corrano qualcosa con un milione e
mezzo di euro. Infatti, ad oggi le due scuole che ospitavano oltre
600 bambini, rimangono chiuse. Alcuni giorni fa, l'assessore ai
lavori Pubblici Massimo Muratore, ha fatto sapere che il progetto di
massima preparato dall'Ufficio Tecnico Comunale, è in dirittura di
arrivo e si è in attesa che venga affidato l'incarico ad un
professionista che possa seguire la questione e vedere dunque come
intervenire per cercare di ripristinare i due istituti che erano
stati chiusi con una ordinanza de! sindaco Ettore Di Ventura perché
le analisi effettuate avrebbero evidenziato che erano stati costruiti
con del cemento depotenziato. In questi mesi- ha detto l'assessore
Muratore - abbiamo anche investito della questione il Miur, chiedendo
dei finanziamenti che ci consentano di sistemare le due scuole. Non
abbiamo in mente di abbatterle e costruirle ex novo
vogliamo consolidare le strutture già
esistenti, Spero- conclude che il Ministero possa farci avere i soldi
necessari. Intanto dallo scorso me se di dicembre il centro sociale
di contrada Bastianella ospita le dieci c)assi della scuola materna
La "Carruba", che si trovavano in via Allende, insieme alla
"Rapisardi". La soluzione di spostare te classi delta scuola
dell'infanzia a Bastianella, è arrivata dall'amministrazione
comunale, guidata dal sindaco Ettore Dì Ventura dopo che il centro
sociale già in passato ha ospitato la sede di un'altra scuola "
l'Ipia Marconi" oggi, accorpato al Galileo Galilei di Canicattì.
Il centro sociale, infatti, ha ampi spazi che consentono nono so lo
di ospitare la materna ma allo stesso tempo di svolgere altre
attività come ad esempio avviare per gli alunni il servizio di
refezione scolastiche lo scorso anno non è stato attivato presso la
scuola per mancanza dì spazi idonei.
C.V.
DELLO STATUTO E LE PROVINCE ECCO DA
DOVE RICOMINCIARE.
In visita al Commissariato dello Stato,
il governatore Nello Musumeci ha posto l'attenzione sui tempi di
accelerazione della riforma statutaria. Ne ha parlato in sede di
dichiarazione programmatiche all'Ars. L'ha inserito nei suoi
impegni in campagna elettorale. Sembra che ci siano indicazioni
perché finalmente si proceda alla stesura di riforma della Carta
fondamentale della Regione, da trasmettere al Parlamento nazionale,
unico competente in materia di riforme costituzionali. L'esperienza
del passato ci dice a chiare lettere che su questo terreno tutti
tentativi si possono catalogare tra le incompiute. Ora per inerzia
dell'Ars,vuoi per disinteresse del Parlamento centrale e comunque
della rappresentanze siciliana a Roma. Invero, un testo definitivo e
trasmesso al Senato risale al marzo 2005. E poi? Chi l'ha visto?
Nella passata legislatura dell'Ars è stata no minata un'apposita
commissione per un'ulteriore riforma dello statuto. Pare che abbia
lavorato. Certo non ha concluso. Si dovrà ripartite dalla nomina di
altra commissione.
Punto e a capo. Va rilevato, comunque,
che il testo varato 12(diconsi,dodici ) anni or sono, per quanto
discutibile laddove lo spirito autonomistico appare piuttosto
indebolito, contiene alcuni spunti interessanti, da tenere presente.
Detta alcune norme che stabiliscono a separazione dei poteri tra
esecutivo e legislativo. Fondamentale perché non si assista al
teatrino degradante della passata legislatura. Con relativi pasticci.
Sebbene i protagonisti siano cambiati, meglio norma re. Interessante
la proposta de 2005 laddove salva la legislatura nei casi di
impedimento del presidente della Regione (ad eccezione delle sue
dimissioni), trasferendone le competenze al vice fino a conclusione
del mandato. Sarebbe garanzia di stabilità se la nuova proposta di
riforma statutaria prevedesse anche la indicazione sulla scheda
elettorale del vicepresidente. Così avviene in America. Quando
ancora il salotto Giletti-Crocetta era in mente dei, con la riforma
statutaria del 2005 si prevedeva che i Comuni, le Province, le città
metropolitane fossero «enti locali territoriali, costituiti
nell'ambito della Regione, dotati di autonomia normativa,
amministrativa e finanziaria..»
Se saranno inseriti nelle nuove
proposte di riforma statutaria finalmente si porrà fine ad un
equivoco endemico. Sarà un con tributo alla stabilità istituzionale
senza pericoli salottieri o contorcimenti intestinali come quando nel
1986 per varare la legge istitutiva delle province non previste dallo
Statuto si fece ricorso a una furbata
chiamandole «Province regionali». Ma era incostituzionale e l8 anni
dopo è stata facile comica da salotto.
GIOVANNI CIANCIMINO
14 gennaio - domenica
Infoagrigento
Cinquant'anni fa il disastro del
Belice
Di Mauro Indelicato
Cinquant'anni fa il terremoto del
Belice, la più importante calamità che ha colpito la Sicilia nel
dopoguerra e che ha avuto un impatto forte ed importante anche nella
nostra provincia.
Con l'epicentro fissato nel
trapanese, tra Gibellina e Santa Ninfa, la scossa più forte che si è
sviluppata nella notte tra il 14 ed il 15 di gennaio ha segnato la
vita di centinaia di persone in uno dei territori più suggestivi
dell'isola; il comune più colpito è stato quello di Montevago,
nell'agrigentino, dove sono morte più di cento persone e dove il
nucleo urbano è stato considerato completamente distrutto al pari di
quelli dei comuni di Gibellina e Salaparuta.
Il 70% del patrimonio edilizio è stato
invece perso a Partanna, Salemi e Santa Ninfa nel trapanese, a Santa
Margherita Belice nell'agrigentino; proprio nella nostra provincia,
è stato il comune di Menfi l'altro che ha subito importanti danni
dalla scossa principale, ma di fatto il terremoto ha reso la
quotidianità difficile e stravolta anche a Sambuca di Sicilia,
Caltabellotta (dove è crollato l'altare della Chiesa Madre) ed a
Sciacca, il cui ospedale è servito per curare nell'immediato
centinaia di feriti.
Un territorio nel dramma, da Agrigento
sono partiti numerosi soccorsi ed anche gli autobus urbani erano
stati requisiti per poter essere utilizzati nel Belice; per ricordare
i cinquant'anni di questa sciagura, a Partanna sarà presente il
Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, assieme agli
amministratori locali ed al presidente della Regione, Nello Musumeci.
Grandangolo
Belice, Mattarella: "Ha
sollecitato tutta l'Italia a rinnovarsi"
di Redazione
"Ricordiamo oggi, a mezzo secolo di
distanza, il sisma che devastò la Valle del Belice, primo terremoto
devastante del dopoguerra. Otto anni dopo avvenne quello del Friuli.
Centodieci anni fa erano state colpite Reggio Calabria e Messina, con
oltre 100.000 morti: la prima devastazione di queste proporzioni a
ferire l'Italia unita. Le caratteristiche geo-morfologiche non ci
hanno risparmiato una serie di cataclismi che hanno accompagnato le
vicende del nostro popolo anche in questi ultimi decenni. Parlano le
ferite dell'Irpinia e della Basilicata, dell'Umbria, delle
Marche, dell'Abruzzo, dell'Emilia Romagna, del Lazio".
Lo ha detto il presidente della
Repubblica Sergio Mattarella intervenendo a Partanna, per i 50 anni
dal terremoto del Belice, sottolineando che "questa zona ha
sollecitato l'intero Paese, per piu' aspetti a rinnovarsi".
"Le capacità dell'intero Paese di
reagire alle calamità naturali - ha aggiunto - hanno
rappresentato momento della verità, misura della coesione nazionale,
del riconoscersi in un comune destino. Via via si sono affinate
capacità previsionali e di pronto intervento, superando lo stato di
impreparazione di allora rispetto alle emergenze, sino all'attuale
modello, frutto di approfondimento; e sperimentato".
Nel 1970, due anni dopo il terremoto in
questo territorio, ha ricordato, "intervenne la prima legge sulla
protezione civile. Contemporaneamente un'altra legge, due anni
prima di quella sull'obiezione di coscienza, prevedeva per i
giovani del Belice la possibilità del servizio civile in luogo di
quello militare. Questa zona ha sollecitato l'intero Paese, per più
aspetti a rinnovarsi".
"Chiunque sia stato pesantemente
colpito da un terremoto può testimoniare come le scosse e la
catastrofe che provocano - accanto ai lutti e ai danni materiali -
lascino tracce irreversibili negli animi. La memoria di ciò che è
accaduto non si separa più dal vissuto di ciascuno. Non è stato
diverso nella Valle del Belice che qui, oggi, ricorda le sue tante
vittime, l'accidentato percorso della ricostruzione, la fatica
accompagnata al tormento delle scelte di vita personale e di quelle
complessive delle popolazioni colpite. Non è stato facile, non è
facile per nessuno", ha detto il presidente della Repubblica Sergio
Mattarella, stamane a Partanna.
LA SICILIA
RITARDI NEI PAGAMENTI
I bagnini sono ancora in attesa di
percepire le spettanze dovute.
g.c.) L'estate è passata da un po,
sono passati anche Natale e Capodanno ma i bagnini che hanno prestato
il servizio di vigilanza e sicurezza sulle spiagge libere durante la
stagione estiva passata non hanno ancora visto un soldo. I presidi,
come si ricorderà, erano stati garantiti dall'associazione Guardia
Costiera ausiliaria aggiudicataria del bando proposto dal Comune
perla cifra di 30mila euro. Servizio che era stato prestato con la
collocazione di torrette di avvistamento sulle spiagge in prossimità
delle località balneare di Due Rocche, Poggio di Guardia, Playa,
Maria nel Foce della Gallina per una durata estesa dal 10 luglio al 7
settembre. A distanza di quattro mesi e mezzo dal conclusione
dell'attività relativa all'estate 2017, 'associazione e le
unità che hanno prestata la loro opera non hanno ancora visto
riconosciuto alcun compenso. L'onere finanziario per l'attivazione
del servizio è stato a carico di Palazzo di Città poiché sia la
Regione che il Libero Consorzio di Agrigento hanno risposto picche
alle richieste partite dal Comune relativamente all'attivazione del
servizio dei bagnini.
L'attività dì vigilanza sulle
spiagge libere è stata garantita sebbene il capitolato da livello
economico abbia permesso a malapena lo svolgimento di un presidio di
fondamentale importanza alla luce del numero elevato di presenze che
ogni anno si registrano sulle licatesi. Inizialmente il Comune aveva
inserito nel capitolato d'appalto una cifra (25rnila euro) ritenuta
troppo bassa da chi avrebbe dovuto proporre la propria candidatura
per svolgere il servizio.
Cifra poi elevata fino a 30mila euro
soglia che ha permesso l'aggiudicazione e l'esecuzione
dell'attività. Adesso però si sta assistendo
a ritardi nel saldo di quanto dovuto
davvero inaccettabili. "In queste condizioni— fanno sapere
dall'associazione — dal prossimo anno difficilmente potremo
svolgere nuovamente il servizio. I bagnini che hanno prestato la loro
opera sulle torrette durante la stagione estiva giustamente reclamano
i loro compensi e noi non sappiamo più cosa rispondere". Anche le
fatture staccate per procedere al pagamento dei bagnini è verosimile
che giacciano tra quelle ancora da saldare ai vari fornitori
dell'Ente.
'RAVANUSA, GROTTE, RACALMUTO,
CASTROFILIPPO E NARO Due guasti al "Tre Sorgenti" acqua con
autobotti in 5 paesi.
Sono due i guasti riscontrati, in
contrada Pietranera, a San Biagio Platani, all'acquedotto Tre
Sorgenti". Da venerdì sono rimasti a secco 5 comuni
dell'hinterland di Canicattì. Si tratta di Grotte, Racalmuto,
Castrofilippo. Naro e Ravanusa, mentre Campobello di Licata,
considerato che risulta in parte approvvigionato dalla Società di
Sovrambito, Siciliacque, i disagi sono stati parziali. Mentre i
tecnici del gestore del servizio continuano a riparare i guasti, i
cittadini di questa parte dell'Agrigentino dovranno convivere con
la mancanza d'acqua. La ditta agrigentina assicura che la fornitura
ai Comuni interessati sarà ripristinata a compimento dell'intervento
di riparazione, e la normalizzazione dei turni di distribuzione
avverrà nel rispetto dei necessari tempi tecnici. Nell'attesa che
i tecnici di Gir genti Acque completino gli interventi di ripa
razione sul posto, per attenuare i disagi nei comuni interessati al
guasto la ditta agrigentina garantisce la presenza di un'autobotte
a servizio degli utenti. Questa sosterà; a Naro in Piazza Crispi
dalle 9:00 alle 12:00; a Castrofilippo in viale Bonfiglio dalle 9:00
alle 12:00; a Grotte in Piazza Marconi dalle 9.00 alle 12:00; a
Racalmuto in Piazza del Carmelo dalle 13:00 alle 16:00 e a Ravanusa
sarà attiva la fontanella pubblica di Via Tirso. Ormai da qualche
mese a questa parte le interruzioni idriche in
questa parte della provincia di
Agrigento sono diventate croniche. La condotta del Tre Sorgenti
spesso fa registrare delle grosse falle con migliaia e migliaia di
litri di acqua potabile che si disperde nel sottosuolo e nelle
campagne antistanti le zone dove si registrano le rotture. A
compromettere la situazione anche lo stop del Fanaco anche in questo
caso per delle rotture alla condotta che risale ormai a decenni
addietro e non è stata mai oggetto di un intervento sostitutivo ex
novo se non nelle partì dove si sono registrate le interruzioni. A
farne le spese, ovviamente, i cittadini che si trovano a dovere
combattere con una carenza idrica che fa tornare indietro nel tempo a
quando la provincia era interessata da una vera e propria emergenza
di acqua potabile.
CARMELO VELA
15 gennaio - lunedì
LA SICILIA
L'ALLARME DEL PRESIDENTE DELLA
REGIONE
Musumeci: in Sicilia vulnerabile il
50% di infrastrutture pubbliche.
PARTANNA. Il passato: "Cinquanta anni
fa avvertimmo un senso di impotenza, una sensazione netta e
disarmante che il terremoto non era più un titolo di giornale. La
morte era entrata nelle nostre case, avevamo ormai la percezione che
nessuno di noi poteva più dirsi al sicuro». Ma anche il presente,
con la paura per il futuro: «Ancora oggi, in Sicilia, la metà delle
infrastrutture pubbliche, dalle scuole a ospedali e ponti stradali,
non sarebbe resistente alle sollecitazioni di un terremoto».
Passato, presente e futuro nell'intervento di Nello Musumeci:
«Mezzo secolo dopo abbiamo il dovere di ricordare una tragedia
entrata a far parte della memoria collettiva degli italiani, abbiamo
il dovere non solo per rendere omaggio alle vittime ma per tentare un
bilancio, comprendere le ragioni di alcuni scelte sbagliate o almeno
discutibili».
«L'opera di ricostruzione - ha
aggiunto ancora il governatore siciliano - è iniziata tardi e male,
nel 1978. dieci anni dopo il sisma. l'allora presidente della
Regione, Piersanti Mattarella, denunciava davanti all'Assemblea
regionale il colpevole ritardo».
«È sempre triste dover parlare nella
commemorazione degli eventi, specie quando la forza della natura
devasta territori e miete centinaia di vittime sconvolgendo decine di
comunità -
\ha spiegato ancora nel suo intervento
Musumeci -. Significa riaccendere in molti tra voi emozioni e
commozioni, sentimenti di dolore provati e vissuti in quelle tragiche
notti. Riaffiorano oggi nella mia mente le sensazioni che provai
allora, da studente di terza media, quando nell'altra parte
dell'isola la tv ci consegnava le prime immagini di paesi ridotti
in macerie, del pianto dei sopravvissuti, dei generosi soccorritori
che scavavano nel fango. Non serve soffermarsi sui tanti perché,
sugli inquietanti scenari emersi dalle indagini parlamentari, sulle
inchieste giudiziarie conclusesi senza colpevoli, sulla dilatazione
della spesa pubblica,sull'inefficienza dei controlli. Se dopo 50
anni ancora il presidente della Regione - i sindaci del Belice sono
ancora costretti ad appellarsi allo Stato per sollecitare le risorse
finanziarie promesse e mai erogate,mentre al Nord, nel Friuli,la
ricostruzione è capitolo chiuso, vuoI dire che l'intervento
pubblico è stato un parziale fallimento».
La presenza del governatore a Partanna
lascia anche uno strascico di polemica accesa dall'ex ministro
Francesco Storace che ha detto: Il Tg1 delle 13.30 riesce nella
storica impresa di oscurare il governatore della Sicilia, Nello
Musumeci, durante a cerimonia con Mattarella per il Belice. Questa
Rai non diventerà mai bellissima, hanno paura del fascino delle
persone per bene»
.
«Non va chiusa la Scala dei Turchi»
Noto: "Soluzione da scartare, ma
occorrono misure di salvaguardia dell'utenza".
«Chiudere la Scala dei Turchi alla
fruizione. Soluzione da scartare, ma è necessario adottare delle
misure di salvaguardia dell'utenza».
Se l'area della più celebre delle
scogliere agrigentine è ormai da quasi un mese transennata a causa
de rischio crolli, che potrebbero profilarsi, tecnici non ritengono
che bloccare definitivamente l'accesso al sito, o imitarlo in modo
significativo, sia una soluzione davvero adottabile.
«E' indubbio che sia un sito con
delle pericolosità — spiega il geologo Giovanni Noto —, ma
questo non lo rende un luogo inaccessibile in sé e per sé. Ci sono
delle frane che sono normali per l'evoluzione di questo tipo di
versante il quale, giova ricodarlo, è bello proprio perché nel
tempo si è modellato a causa di questi fenomeni e all'azione del
vento e del mare sulla marna. Insomma: non sarebbe la Scala dei
Turchi altrimenti».
Qual'è la novità rispetto ai
passato?
«Oggi il sito è divenuto un bene
conosciuto e apprezzato in modo molto più diffuso, questo porta su
quella costa migliaia di persone. Statistica- mente è ovvio che
aumenti il rischio ed è quindi necessario prendere atto del
mutamento di scenario e fare dei passi avanti».
Quali sono gli elementi di criticità
che oggi affliggono il versante?
«Più che dei blocchi di modeste
dimensioni che si staccano dalla marna è necessario prestare
attenzione al bancone di calcarenite che si trova sulla parte
sommitale, Questo per ché lo strato poggia su delle argille che
coni! tempo vengono progressivamente eliminate portando, appunto, al
rischio ribalta d grossi blocchi di calcarenite. Anche in questo caso
credo che per scongiurare il rischio basti una (ascia di sicurezza,
cui aggiungere un sistema di cartellonistica che spieghi i rischi».
Quindi c'è la possibilità di una
fruizione di tutta l'area garantendo comunque la sicurezza?
«Aprire o chiudere sono i due estremi
di questa vicenda. Credo piuttosto che sia un bene che vada fluito
con coscienza e rispetto. E tutta questione di una torretta gestione
del sito. Del resto esistono sempre dei margini di rischio più o
meno alti in tutti i siti aperti alla visita. Ci sono anche in
Sicilia esempi di luoghi complessi che vengono regolarmente fruiti:
per citarne solo uno, le gole de
Ma è pensabile un intervento di
tipo strutturale di consolidamento?
«Francamente non credo sia la
soluzione da preferire. Si ratta di un sito caratterizzato da una
naturale evoluzione, che va rispettata. Intervenire in modo invasivo
ne andrebbe a snaturare a bellezza. Va visto per quello che è: la
cornice che ci con sente di vedere uno spezzone del nostro importante
territorio».
G. SCHICCHI.