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rassegna stampa dal 13 al 15 gennaio 2018

13 gennaio - sabato
AGRIGENTOWEB
Agrigento, un sito per promuovere il centro storico Ad Agrigento, quattro giovanissimi sedicenni, animati dalla comune meritevole volontà di promuovere l'immagine turistica di Agrigento, hanno allestito un sito web sulla città, all'indirizzo https://ilcentrostoricodiagrigentoag.jimdo.com/ . Il sito contiene pagine descrittive della Valle dei Templi, una sezione "itinerari" sul centro storico di Agrigento, una stazione radio "Il centro storico", una redazione per la sezione "news", le storie dei Santi Gerlando e Calogero, il link alla pagina facebook e molto altro. I quattro autori, Mattias Lo Pilato, Stefano Mangione, Libertino Gabriele Burgio e Sandro Capizzi, affermano: "Siamo un gruppo di ragazzi che amano la propria terra, per le bellezze che abitano in essa. La nostra storia nasce il 29 luglio 2014 quando dei turisti arrivavano dalla Valle dei Templi per salire sul Colle di Girgenti. Il problema non era tanto la salita, ma era come arrivare alla salita, per raggiungere il Colle. E quindi ci siamo chiesti: che cosa possiamo fare? Abbiamo stampato dei fogli, con cui fornivamo le spiegazioni su come raggiungere la Cattedrale; poi abbiamo creato una pagina Facebook 'Il Centro Storico di Agrigento'. Sono arrivati i primi like. Per offrire mappe online, abbiamo creato un account di posta elettronica con cui inviamo anche gli aggiornamenti sugli eventi, sulle aperture straordinarie dei monumenti del centro storico. Infine abbiamo creato questo sito web, che oggi conta un milione di visitatori all'anno".
LA SICILIA
RIBERA UNA SEDE PER IL TOSCANINI Faraone incontra amministratori. RIBERA. Si è parlato di statalizzazione dell'istituto musicale Toscanini e di ricerca di mia nuova sede, più ampia ed idonea, ieri mattina a Ribera nel corso della visita che il sottosegretario di Stato Davide Faraone ha fatto prima al palazzo comunale per incontrare sindaco e giunta e poi nei locali del Toscanini di via Roma, dove il rappresentate di governo è stato ricevuto dalla direttrice Mariangela Longo, dal presidente del consiglio di amministrazione Giuseppe Tortorici, dai docenti e dagli studenti della scuola che si appresta a diventare conservatorio musicale nazionale, grazie alla legge approvata dal parlamento il 7 dicembre scorso. La direttrice longo ha auspicato la prossima pubblicazione dei decreti attuativi che porteranno alla statalizzazione dell'istituto, alla luce dei 360 studenti iscritti e dell'amplia mento quadruplicato delle attività musicali, oltre ai tanti premi e riconoscimenti nazionali ed europei ottenuti dagli studenti del Toscanini. Il presidente Tortorici ha sottolineato che, dopo ben 25 anni dalla sua nascita, l'istituto con i docenti, studenti ed indirizzi musicali si pone ormai da tempo all'attenzione nazionale ed europea. il sindaco Carmelo Pace, che con la giunta ha incontrato Faraone, ha preso l'impegno di individuare al più presto possibile una sede idonea ed ampia che consenta di potere ospitare alunni, docenti ed uffici amministrativi, locali che sono la condizione fondamentale per accedere alla statalizzazione. In questi giorni infatti i docenti tengono le lezioni e gli studenti provano gli strumenti musicali direttamente nella sala consiliare Frenna" del Comune. Il sottosegretario Davide Faraone ha detto che, con la pubblicazione dei decreti attuativi, il Toscanini' diventerà il simbolo di Ribera e del la Sicilia, non solo in Italia, ma anche nel mondo dove già i suoi studenti ottengono meritati riconosci menti. Concerto finale con Ines Tuttolomondo, Giuseppe Infantino, Krizia Prestia e l'Ensemble di musica jazz. ENZO MINIO

Pronto progetto per i lavori alla "Rapisarda" e "la Carruba" CANICATTI'. Inserito nel piano triennale delle opere pubbliche. CANICATTI' (c.v.) Pronto il progetto di massima per effettuare i lavori all'interno delle scuole Rapisardi" e "La carruba" chiuse ormai da parecchi mesi Progetto, che è stato inserito nel piano triennale delle opere pubbliche che il consiglio comunale ha già approvato S prevede che per sistemare le due scuole oc corrano qualcosa con un milione e mezzo di euro. Infatti, ad oggi le due scuole che ospitavano oltre 600 bambini, rimangono chiuse. Alcuni giorni fa, l'assessore ai lavori Pubblici Massimo Muratore, ha fatto sapere che il progetto di massima preparato dall'Ufficio Tecnico Comunale, è in dirittura di arrivo e si è in attesa che venga affidato l'incarico ad un professionista che possa seguire la questione e vedere dunque come intervenire per cercare di ripristinare i due istituti che erano stati chiusi con una ordinanza de! sindaco Ettore Di Ventura perché le analisi effettuate avrebbero evidenziato che erano stati costruiti con del cemento depotenziato. In questi mesi- ha detto l'assessore Muratore - abbiamo anche investito della questione il Miur, chiedendo dei finanziamenti che ci consentano di sistemare le due scuole. Non abbiamo in mente di abbatterle e costruirle ex novo vogliamo consolidare le strutture già esistenti, Spero- conclude che il Ministero possa farci avere i soldi necessari. Intanto dallo scorso me se di dicembre il centro sociale di contrada Bastianella ospita le dieci c)assi della scuola materna La "Carruba", che si trovavano in via Allende, insieme alla "Rapisardi". La soluzione di spostare te classi delta scuola dell'infanzia a Bastianella, è arrivata dall'amministrazione comunale, guidata dal sindaco Ettore Dì Ventura dopo che il centro sociale già in passato ha ospitato la sede di un'altra scuola " l'Ipia Marconi" oggi, accorpato al Galileo Galilei di Canicattì. Il centro sociale, infatti, ha ampi spazi che consentono nono so lo di ospitare la materna ma allo stesso tempo di svolgere altre attività come ad esempio avviare per gli alunni il servizio di refezione scolastiche lo scorso anno non è stato attivato presso la scuola per mancanza dì spazi idonei. C.V.
DELLO STATUTO E LE PROVINCE ECCO DA DOVE RICOMINCIARE. In visita al Commissariato dello Stato, il governatore Nello Musumeci ha posto l'attenzione sui tempi di accelerazione della riforma statutaria. Ne ha parlato in sede di dichiarazione programmatiche all'Ars. L'ha inserito nei suoi impegni in campagna elettorale. Sembra che ci siano indicazioni perché finalmente si proceda alla stesura di riforma della Carta fondamentale della Regione, da trasmettere al Parlamento nazionale, unico competente in materia di riforme costituzionali. L'esperienza del passato ci dice a chiare lettere che su questo terreno tutti tentativi si possono catalogare tra le incompiute. Ora per inerzia dell'Ars,vuoi per disinteresse del Parlamento centrale e comunque della rappresentanze siciliana a Roma. Invero, un testo definitivo e trasmesso al Senato risale al marzo 2005. E poi? Chi l'ha visto? Nella passata legislatura dell'Ars è stata no minata un'apposita commissione per un'ulteriore riforma dello statuto. Pare che abbia lavorato. Certo non ha concluso. Si dovrà ripartite dalla nomina di altra commissione. Punto e a capo. Va rilevato, comunque, che il testo varato 12(diconsi,dodici ) anni or sono, per quanto discutibile laddove lo spirito autonomistico appare piuttosto indebolito, contiene alcuni spunti interessanti, da tenere presente. Detta alcune norme che stabiliscono a separazione dei poteri tra esecutivo e legislativo. Fondamentale perché non si assista al teatrino degradante della passata legislatura. Con relativi pasticci. Sebbene i protagonisti siano cambiati, meglio norma re. Interessante la proposta de 2005 laddove salva la legislatura nei casi di impedimento del presidente della Regione (ad eccezione delle sue dimissioni), trasferendone le competenze al vice fino a conclusione del mandato. Sarebbe garanzia di stabilità se la nuova proposta di riforma statutaria prevedesse anche la indicazione sulla scheda elettorale del vicepresidente. Così avviene in America. Quando ancora il salotto Giletti-Crocetta era in mente dei, con la riforma statutaria del 2005 si prevedeva che i Comuni, le Province, le città metropolitane fossero «enti locali territoriali, costituiti nell'ambito della Regione, dotati di autonomia normativa, amministrativa e finanziaria..» Se saranno inseriti nelle nuove proposte di riforma statutaria finalmente si porrà fine ad un equivoco endemico. Sarà un con tributo alla stabilità istituzionale senza pericoli salottieri o contorcimenti intestinali come quando nel 1986 per varare la legge istitutiva delle province non previste dallo Statuto si fece ricorso a una furbata chiamandole «Province regionali». Ma era incostituzionale e l8 anni dopo è stata facile comica da salotto. GIOVANNI CIANCIMINO
14 gennaio - domenica
Infoagrigento
Cinquant'anni fa il disastro del Belice Di Mauro Indelicato Cinquant'anni fa il terremoto del Belice, la più importante calamità che ha colpito la Sicilia nel dopoguerra e che ha avuto un impatto forte ed importante anche nella nostra provincia. Con l'epicentro fissato nel trapanese, tra Gibellina e Santa Ninfa, la scossa più forte che si è sviluppata nella notte tra il 14 ed il 15 di gennaio ha segnato la vita di centinaia di persone in uno dei territori più suggestivi dell'isola; il comune più colpito è stato quello di Montevago, nell'agrigentino, dove sono morte più di cento persone e dove il nucleo urbano è stato considerato completamente distrutto al pari di quelli dei comuni di Gibellina e Salaparuta. Il 70% del patrimonio edilizio è stato invece perso a Partanna, Salemi e Santa Ninfa nel trapanese, a Santa Margherita Belice nell'agrigentino; proprio nella nostra provincia, è stato il comune di Menfi l'altro che ha subito importanti danni dalla scossa principale, ma di fatto il terremoto ha reso la quotidianità difficile e stravolta anche a Sambuca di Sicilia, Caltabellotta (dove è crollato l'altare della Chiesa Madre) ed a Sciacca, il cui ospedale è servito per curare nell'immediato centinaia di feriti. Un territorio nel dramma, da Agrigento sono partiti numerosi soccorsi ed anche gli autobus urbani erano stati requisiti per poter essere utilizzati nel Belice; per ricordare i cinquant'anni di questa sciagura, a Partanna sarà presente il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, assieme agli amministratori locali ed al presidente della Regione, Nello Musumeci.
Grandangolo
Belice, Mattarella: "Ha sollecitato tutta l'Italia a rinnovarsi" di Redazione "Ricordiamo oggi, a mezzo secolo di distanza, il sisma che devastò la Valle del Belice, primo terremoto devastante del dopoguerra. Otto anni dopo avvenne quello del Friuli. Centodieci anni fa erano state colpite Reggio Calabria e Messina, con oltre 100.000 morti: la prima devastazione di queste proporzioni a ferire l'Italia unita. Le caratteristiche geo-morfologiche non ci hanno risparmiato una serie di cataclismi che hanno accompagnato le vicende del nostro popolo anche in questi ultimi decenni. Parlano le ferite dell'Irpinia e della Basilicata, dell'Umbria, delle Marche, dell'Abruzzo, dell'Emilia Romagna, del Lazio". Lo ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella intervenendo a Partanna, per i 50 anni dal terremoto del Belice, sottolineando che "questa zona ha sollecitato l'intero Paese, per piu' aspetti a rinnovarsi". "Le capacità dell'intero Paese di reagire alle calamità naturali - ha aggiunto - hanno rappresentato momento della verità, misura della coesione nazionale, del riconoscersi in un comune destino. Via via si sono affinate capacità previsionali e di pronto intervento, superando lo stato di impreparazione di allora rispetto alle emergenze, sino all'attuale modello, frutto di approfondimento; e sperimentato". Nel 1970, due anni dopo il terremoto in questo territorio, ha ricordato, "intervenne la prima legge sulla protezione civile. Contemporaneamente un'altra legge, due anni prima di quella sull'obiezione di coscienza, prevedeva per i giovani del Belice la possibilità del servizio civile in luogo di quello militare. Questa zona ha sollecitato l'intero Paese, per più aspetti a rinnovarsi". "Chiunque sia stato pesantemente colpito da un terremoto può testimoniare come le scosse e la catastrofe che provocano - accanto ai lutti e ai danni materiali - lascino tracce irreversibili negli animi. La memoria di ciò che è accaduto non si separa più dal vissuto di ciascuno. Non è stato diverso nella Valle del Belice che qui, oggi, ricorda le sue tante vittime, l'accidentato percorso della ricostruzione, la fatica accompagnata al tormento delle scelte di vita personale e di quelle complessive delle popolazioni colpite. Non è stato facile, non è facile per nessuno", ha detto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, stamane a Partanna.
LA SICILIA
RITARDI NEI PAGAMENTI I bagnini sono ancora in attesa di percepire le spettanze dovute. g.c.) L'estate è passata da un po, sono passati anche Natale e Capodanno ma i bagnini che hanno prestato il servizio di vigilanza e sicurezza sulle spiagge libere durante la stagione estiva passata non hanno ancora visto un soldo. I presidi, come si ricorderà, erano stati garantiti dall'associazione Guardia Costiera ausiliaria aggiudicataria del bando proposto dal Comune perla cifra di 30mila euro. Servizio che era stato prestato con la collocazione di torrette di avvistamento sulle spiagge in prossimità delle località balneare di Due Rocche, Poggio di Guardia, Playa, Maria nel Foce della Gallina per una durata estesa dal 10 luglio al 7 settembre. A distanza di quattro mesi e mezzo dal conclusione dell'attività relativa all'estate 2017, 'associazione e le unità che hanno prestata la loro opera non hanno ancora visto riconosciuto alcun compenso. L'onere finanziario per l'attivazione del servizio è stato a carico di Palazzo di Città poiché sia la Regione che il Libero Consorzio di Agrigento hanno risposto picche alle richieste partite dal Comune relativamente all'attivazione del servizio dei bagnini. L'attività dì vigilanza sulle spiagge libere è stata garantita sebbene il capitolato da livello economico abbia permesso a malapena lo svolgimento di un presidio di fondamentale importanza alla luce del numero elevato di presenze che ogni anno si registrano sulle licatesi. Inizialmente il Comune aveva inserito nel capitolato d'appalto una cifra (25rnila euro) ritenuta troppo bassa da chi avrebbe dovuto proporre la propria candidatura per svolgere il servizio. Cifra poi elevata fino a 30mila euro soglia che ha permesso l'aggiudicazione e l'esecuzione dell'attività. Adesso però si sta assistendo a ritardi nel saldo di quanto dovuto davvero inaccettabili. "In queste condizioni— fanno sapere dall'associazione — dal prossimo anno difficilmente potremo svolgere nuovamente il servizio. I bagnini che hanno prestato la loro opera sulle torrette durante la stagione estiva giustamente reclamano i loro compensi e noi non sappiamo più cosa rispondere". Anche le fatture staccate per procedere al pagamento dei bagnini è verosimile che giacciano tra quelle ancora da saldare ai vari fornitori dell'Ente.
'RAVANUSA, GROTTE, RACALMUTO, CASTROFILIPPO E NARO Due guasti al "Tre Sorgenti" acqua con autobotti in 5 paesi. Sono due i guasti riscontrati, in contrada Pietranera, a San Biagio Platani, all'acquedotto Tre Sorgenti". Da venerdì sono rimasti a secco 5 comuni dell'hinterland di Canicattì. Si tratta di Grotte, Racalmuto, Castrofilippo. Naro e Ravanusa, mentre Campobello di Licata, considerato che risulta in parte approvvigionato dalla Società di Sovrambito, Siciliacque, i disagi sono stati parziali. Mentre i tecnici del gestore del servizio continuano a riparare i guasti, i cittadini di questa parte dell'Agrigentino dovranno convivere con la mancanza d'acqua. La ditta agrigentina assicura che la fornitura ai Comuni interessati sarà ripristinata a compimento dell'intervento di riparazione, e la normalizzazione dei turni di distribuzione avverrà nel rispetto dei necessari tempi tecnici. Nell'attesa che i tecnici di Gir genti Acque completino gli interventi di ripa razione sul posto, per attenuare i disagi nei comuni interessati al guasto la ditta agrigentina garantisce la presenza di un'autobotte a servizio degli utenti. Questa sosterà; a Naro in Piazza Crispi dalle 9:00 alle 12:00; a Castrofilippo in viale Bonfiglio dalle 9:00 alle 12:00; a Grotte in Piazza Marconi dalle 9.00 alle 12:00; a Racalmuto in Piazza del Carmelo dalle 13:00 alle 16:00 e a Ravanusa sarà attiva la fontanella pubblica di Via Tirso. Ormai da qualche mese a questa parte le interruzioni idriche in questa parte della provincia di Agrigento sono diventate croniche. La condotta del Tre Sorgenti spesso fa registrare delle grosse falle con migliaia e migliaia di litri di acqua potabile che si disperde nel sottosuolo e nelle campagne antistanti le zone dove si registrano le rotture. A compromettere la situazione anche lo stop del Fanaco anche in questo caso per delle rotture alla condotta che risale ormai a decenni addietro e non è stata mai oggetto di un intervento sostitutivo ex novo se non nelle partì dove si sono registrate le interruzioni. A farne le spese, ovviamente, i cittadini che si trovano a dovere combattere con una carenza idrica che fa tornare indietro nel tempo a quando la provincia era interessata da una vera e propria emergenza di acqua potabile. CARMELO VELA
15 gennaio - lunedì
LA SICILIA
L'ALLARME DEL PRESIDENTE DELLA REGIONE Musumeci: in Sicilia vulnerabile il 50% di infrastrutture pubbliche. PARTANNA. Il passato: "Cinquanta anni fa avvertimmo un senso di impotenza, una sensazione netta e disarmante che il terremoto non era più un titolo di giornale. La morte era entrata nelle nostre case, avevamo ormai la percezione che nessuno di noi poteva più dirsi al sicuro». Ma anche il presente, con la paura per il futuro: «Ancora oggi, in Sicilia, la metà delle infrastrutture pubbliche, dalle scuole a ospedali e ponti stradali, non sarebbe resistente alle sollecitazioni di un terremoto». Passato, presente e futuro nell'intervento di Nello Musumeci: «Mezzo secolo dopo abbiamo il dovere di ricordare una tragedia entrata a far parte della memoria collettiva degli italiani, abbiamo il dovere non solo per rendere omaggio alle vittime ma per tentare un bilancio, comprendere le ragioni di alcuni scelte sbagliate o almeno discutibili». «L'opera di ricostruzione - ha aggiunto ancora il governatore siciliano - è iniziata tardi e male, nel 1978. dieci anni dopo il sisma. l'allora presidente della Regione, Piersanti Mattarella, denunciava davanti all'Assemblea regionale il colpevole ritardo». «È sempre triste dover parlare nella commemorazione degli eventi, specie quando la forza della natura devasta territori e miete centinaia di vittime sconvolgendo decine di comunità - \ha spiegato ancora nel suo intervento Musumeci -. Significa riaccendere in molti tra voi emozioni e commozioni, sentimenti di dolore provati e vissuti in quelle tragiche notti. Riaffiorano oggi nella mia mente le sensazioni che provai allora, da studente di terza media, quando nell'altra parte dell'isola la tv ci consegnava le prime immagini di paesi ridotti in macerie, del pianto dei sopravvissuti, dei generosi soccorritori che scavavano nel fango. Non serve soffermarsi sui tanti perché, sugli inquietanti scenari emersi dalle indagini parlamentari, sulle inchieste giudiziarie conclusesi senza colpevoli, sulla dilatazione della spesa pubblica,sull'inefficienza dei controlli. Se dopo 50 anni ancora il presidente della Regione - i sindaci del Belice sono ancora costretti ad appellarsi allo Stato per sollecitare le risorse finanziarie promesse e mai erogate,mentre al Nord, nel Friuli,la ricostruzione è capitolo chiuso, vuoI dire che l'intervento pubblico è stato un parziale fallimento». La presenza del governatore a Partanna lascia anche uno strascico di polemica accesa dall'ex ministro Francesco Storace che ha detto: Il Tg1 delle 13.30 riesce nella storica impresa di oscurare il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, durante a cerimonia con Mattarella per il Belice. Questa Rai non diventerà mai bellissima, hanno paura del fascino delle persone per bene» . «Non va chiusa la Scala dei Turchi» Noto: "Soluzione da scartare, ma occorrono misure di salvaguardia dell'utenza". «Chiudere la Scala dei Turchi alla fruizione. Soluzione da scartare, ma è necessario adottare delle misure di salvaguardia dell'utenza». Se l'area della più celebre delle scogliere agrigentine è ormai da quasi un mese transennata a causa de rischio crolli, che potrebbero profilarsi, tecnici non ritengono che bloccare definitivamente l'accesso al sito, o imitarlo in modo significativo, sia una soluzione davvero adottabile. «E' indubbio che sia un sito con delle pericolosità — spiega il geologo Giovanni Noto —, ma questo non lo rende un luogo inaccessibile in sé e per sé. Ci sono delle frane che sono normali per l'evoluzione di questo tipo di versante il quale, giova ricodarlo, è bello proprio perché nel tempo si è modellato a causa di questi fenomeni e all'azione del vento e del mare sulla marna. Insomma: non sarebbe la Scala dei Turchi altrimenti». Qual'è la novità rispetto ai passato? «Oggi il sito è divenuto un bene conosciuto e apprezzato in modo molto più diffuso, questo porta su quella costa migliaia di persone. Statistica- mente è ovvio che aumenti il rischio ed è quindi necessario prendere atto del mutamento di scenario e fare dei passi avanti». Quali sono gli elementi di criticità che oggi affliggono il versante? «Più che dei blocchi di modeste dimensioni che si staccano dalla marna è necessario prestare attenzione al bancone di calcarenite che si trova sulla parte sommitale, Questo per ché lo strato poggia su delle argille che coni! tempo vengono progressivamente eliminate portando, appunto, al rischio ribalta d grossi blocchi di calcarenite. Anche in questo caso credo che per scongiurare il rischio basti una (ascia di sicurezza, cui aggiungere un sistema di cartellonistica che spieghi i rischi». Quindi c'è la possibilità di una fruizione di tutta l'area garantendo comunque la sicurezza? «Aprire o chiudere sono i due estremi di questa vicenda. Credo piuttosto che sia un bene che vada fluito con coscienza e rispetto. E tutta questione di una torretta gestione del sito. Del resto esistono sempre dei margini di rischio più o meno alti in tutti i siti aperti alla visita. Ci sono anche in Sicilia esempi di luoghi complessi che vengono regolarmente fruiti: per citarne solo uno, le gole de Ma è pensabile un intervento di tipo strutturale di consolidamento? «Francamente non credo sia la soluzione da preferire. Si ratta di un sito caratterizzato da una naturale evoluzione, che va rispettata. Intervenire in modo invasivo ne andrebbe a snaturare a bellezza. Va visto per quello che è: la cornice che ci con sente di vedere uno spezzone del nostro importante territorio». G. SCHICCHI.

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