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rassegna stampa dal 9 all'11 settembre 2023

siciliaonpress.it
EX PROVINCIA SENZA ALCUN AMMINISTRATORE DA BEN DIECI GIORNI
Sono passati dieci giorni dal commiato di Raffaele Sanzo, commissario straordinario del Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento, ovvero dell'ex provincia regionale, ed ancora non è stato nominato il successore.D'altro canto, l'incarico al commissario uscente non poteva più essere prorogato, a seguito della recente norma di legge regionale (varata il 5 luglio scorso nell'ambito delle disposizioni transitorie sulle elezioni degli organi degli enti di vasta area) che preclude la nomina a coloro i quali non siano " dirigenti in servizio nell'amministrazione regionale".
Raffaele Sanzo
E Raffaele Sanzo non solo è in quiescenza, ma pure non è mai stato dirigente della regione Sicilia, dal momento che è stato dirigente statale ed il suo ultimo lavoro è stato quello di Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale del Lazio.
Dovrà essere nominato dunque un dirigente regionale in servizio quale successore dell'uscente commissario regionale.
E qui si aprono i giochi politici. Perché -se prima il commissario è stato dato vicino alle posizioni dei deputati regionali di Forza Italia, Riccardo Gallo e Margherita La Rocca Ruvolo- adesso potrebbe pretendere l'incarico un uomo vicino alle posizioni di Totò Cuffaro e Carmelo Pace della Democrazia Cristiana. La quale Democrazia Cristiana, nella precedente legislatura (quando sono stati nominati i commissari straordinari degli enti di vasta area, poi regolarmente e sempre prorogati sino al 31 agosto scorso) non faceva parte del governo regionale; anzi, non era nemmeno presente all'ARS.
Sono passati dieci giorni, dunque, dalla scadenza del mandato del commissario straordinario l'ex provincia regionale di Agrigento non ha ancora un amministratore.
Durerà ancora a lungo questa vacatio?
Quello da nominare sarà il nono commissario straordinario dall'epoca in cui non si è più proceduto al rinnovo degli organi elettivi della Provincia Regionale di Agrigento, ovvero dal 18 giugno 2013 a tutt'oggi.
In data 18 giugno 2013, infatti, è stato nominato il primo commissario straordinario della Provincia Regionale
Benito Infurnari di Agrigento nella persona di Benito Infurnari, segretario generale in quiescenza, che è rimasto in carica sino al 31 ottobre 2014.Quando poi le province regionali sono divenute liberi consorzi dei comuni, ad Agrigento è stata insediata quale commissaria straordinaria Alessandra Di Liberto, dirigente regionale allora in servizio, che è rimasta in carica dal primo di dicembre 2014 sino al 7 Aprile 2015, per lasciare poi il posto a Marcello Maisano, anch'egli dirigente regionale allora in servizio, rimasto in carica sino al 23 marzo 2016.Indi, è stata la volta di Roberto Barberi, dirigente regionale in servizio, che ha svolto le funzioni commissariali del Libero Consorzio dei Comuni di Agrigento dal 24 marzo 2016 sino al 10 aprile 2017. Vincenzo Raffo Dopo di lui, Giuseppe Marino, dirigente in quiescenza dell'Agenzia delle Entrate, in carica quale commissario straordinario del Libero Consorzio dei comuni di Agrigento fino al 30/01/2018, quando gli è subentrato il magistrato emerito Girolamo Di Pisa che ha governato il Libero Consorzio dei Comuni per oltre tre anni.A Di Pisa è succeduto Vincenzo Raffo, già tenente colonnello della guardia di finanza, rimasto in carica sino al 31 gennaio 2022, mentre dal 2 febbraio 2022 al 31 agosto 2023 è stato in carica Raffaele Sanzo.


livesicilia.it
Province: e se slittasse tutto? Roma pronta a "frenare", Sicilia in attesaIncognita sul ddl in discussione a Palazzo dei Normanni
PALERMO - Il ritorno delle Province in Sicilia, con la reintroduzione del sistema di elezione diretta, rischia di slittare e di stravolgere i progetti di molte forze politiche. In poche parole: da opportunità a boomerang. Già da settimane si lavora con fatica sulle nomine e sugli equilibri interni di una maggioranza dove ci sono malumori fuori controllo, se i rumors provenienti da Roma dovessero concretizzarsi il quadro politico potrebbe cambiare e diventerebbe perfino più povera di contenuti la "campagna acquisti" che si sta scatenando in Sicilia, e in particolare tra gli scranni del consiglio comunale di Palermo.Roma frena sul ritorno delle ProvinceTutto effetto del rinvio registrato nella commissione Affari costituzionali del Senato. Uno stop dovuto a un intoppo formale, dietro al quale si celerebbe la volontà da parte di Fratelli d'Italia di accantonare momentaneamente il dossier. Se ne riparlerà dopo la Finanziaria, che si annuncia all'insegna dell'austerity per il governo di Giorgia Meloni. Riflessioni che portano dritto all'esigenza, da parte del maggiore azionista di governo, di evitare al momento la reintroduzione di nuove spese con il ritorno di presidenti di Provincia e assessori. In settimana anche Matteo Renzi, planato a Terrasini con la sua scuola politica, ha liquidato con una battuta l'ipotesi di ritorno delle Province. La legge Delrio, quindi, potrebbe "reggere" ancora e così il ddl che anche in Sicilia punta a ripristinare le Province, mandando in soffitta la riforma targata Crocetta, rischia di finire su un binario morto. L'attesa potrebbe essere lunga, almeno fino a tutto il 2024.La riforma delle Province all'ArsIl ddl caro al governatore Renato Schifani ha già ottenuto il via libera dalla commissione Affari istituzionali dell'Ars e ora si attende l'esame dei conti in commissione Bilancio. Sono in tanti, però, a storcere il naso davanti all'aumento di poltrone che si è registrato rispetto al testo varato dalla Giunta. Il governo dovrebbe portare le coperture "ma in ogni caso - ragionano alcuni esponenti del centrodestra a taccuini chiusi - il percorso è difficile perché si varerebbe una riforma in contrasto con la norma nazionale ancora vigente". Il rischio è che le elezioni dirette, sulle quali alcuni partiti stanno puntando con una primavera che prevede anche voto europeo, finiscano in ghiacciaia. Tra le opposizioni canta vittoria già il Movimento cinque stelle. "Ci dispiace per i nostalgici ma siamo felici per le tasche dei cittadini che potranno risparmiarsi di mantenere lo stipendificio delle cariche politiche nelle Province", ha osservato il capogruppo Antonio De Luca.Ancora i commissariIn rampa di lancio, inoltre, c'è una nuova tornata di commissariamenti per i Liberi consorzi, che verranno affidati momentaneamente ai dirigenti generali della Regione. Sull'intera vicenda, però, peserà il recente pronunciamento della Corte costituzionale. I giudici, infatti, a luglio hanno bacchettato la Regione per il continuo rinvio delle elezioni di secondo grado nei Liberi consorzi e nelle Città metropolitane. Gli enti, di fatto, da quando sono stati istituiti sono sempre stati retti da commissari. Le elezioni di secondo grado, quindi, potrebbero risultare una strada obbligata. Una nuova grana per un centrodestra già alle prese con dossier delicati come le nomine nella sanità e nei Consorzi universitari.



ITALIAOGGI.
In due note l'Inps lancia il nuovo servizio per i permessi ex legge 104 e assistenza disabili.

Congedi, online le variazioni Online l'aggiornamento delle domande di permessi e congedo straordinario. L'Inps, infatti, ha attivato il nuovo servizio "variazione dati domanda" che consente di modificare i dati indicati in una precedente istanza compresa l'eventuale rinuncia.
Online l'aggiornamento delle domande di permessi e congedo straordinario. L'Inps, infatti, ha attivato il nuovo servizio "variazione dati domanda" che consente di modificare i dati indicati in una precedente istanza compresa l'eventuale rinuncia. Lo spiega lo stesso Inps nei messaggi 3139/2023 (congedo straordinario per assistenza di familiari disabili gravi) e 3141/2023 (permessi ex legge 104/1992).
Il nuovo servizio. Il nuovo servizio è presente sul sito Inps, accessibile nelle sezioni dedicate ai permessi o al congedo, alla nuova voce di menu "comunicazione di variazione". Occorre autenticarsi tramite Spid, almeno di livello 2, Cns o Cie.
Permessi 104. Sono tali i permessi rivolti ai lavoratori dipendenti disabili gravi o ai lavoratori dipendenti che hanno familiari disabili gravi. I primi, in via alternativa, possono beneficiare di: permessi orari retribuiti (2 o un'ora al giorno, in base all'orario di lavoro); tre giorni di permesso mensile, frazionabili in ore. I dipendenti con familiari disabili possono beneficiare, in via alternativa, di: tre giorni di permesso mensile, frazionabili in ore; di permessi orari retribuiti (2 o un'ora al giorno); del prolungamento del congedo parentale. Il nuovo servizio consente al lavoratore di variare i dati di una domanda già presentata all'Inps. Ad esempio, i dati che si possono variare sono: l'indirizzo del domicilio, i dati lavorativi, le dichiarazioni rese in fase di presentazione della domanda. Attraverso il nuovo servizio è possibile effettuare la rinuncia alla domanda che s'intende variare, presentando contestualmente una nuova domanda con le variazioni che si ritengono necessarie. La richiesta di "variazione dati domanda" può essere effettuata solo con riferimento a domande in corso di fruizione nel mese in cui viene presentata la richiesta della variazione. Pertanto, il periodo che s'intende variare deve includere, in tutto o in parte, il mese in cui si presenta la richiesta di variazione dati. Se il periodo richiesto nella domanda che s'intende variare è interamente trascorso o non è ancora iniziato, non sarà possibile effettuare la variazione.
Congedo disabili. Il congedo straordinario è un periodo di assenza dal lavoro retribuito concesso ai lavoratori dipendenti che assistano familiari disabili gravi. È possibile chiedere fino a massimo due anni di congedo nell'arco della vita lavorativa (il limite è complessivo fra tutti gli aventi diritto per ogni disabile grave). Il nuovo servizio consente al lavoratore di variare i dati di una domanda già inoltrata all'Inps. Ad esempio, possono essere variati i seguenti dati: indirizzo domicilio, i dati lavorativi, le dichiarazioni rese in fase di presentazione della domanda. Attraverso il nuovo servizio è possibile anche rinunciare a una domanda, presentandone contestualmente una nuova con le variazioni ritenute necessarie. La richiesta di "variazione dati domanda" può essere effettuata soltanto per domande in corso di fruizione nel mese di presentazione della richiesta. Conseguentemente, il periodo richiesto nella domanda che s'intende variare deve comprendere, in tutto o in parte, il mese in cui si presenta la richiesta di variazione dati. Se il periodo richiesto nella domanda da variare è già interamente trascorso o non è ancora iniziato, non è possibile comunicare la variazione.


LENTEPUBBLICA.
Decreto Sud 2023: ecco tutte le novità.

Nell'ultimo Consiglio dei Ministri arriva l'ok anche al cosiddetto Decreto Sud 2023: ecco quali sono tutte le novità per rilanciare le aree del Mezzogiorno italiano.
Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente Giorgia Meloni e del Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR Raffaele Fitto, ha approvato dunque un decreto-legge che introduce disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione e per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese.
L'obiettivo di questo nuovo disposto normativo è creare misure finalizzate alla crescita e al consolidamento economico del Mezzogiorno.
Decreto Sud 2023: ecco tutte le novità
Il testo introduce specifiche misure finalizzate alla crescita e al consolidamento economico delle aree del Sud Italia, con l'obiettivo di renderle più idonee per lo sviluppo e per la crescita dimensionale del sistema produttivo.
Qui di seguito si esaminano nello specifico le misure previste da questo decreto.
Programmazione ed utilizzazione delle risorse del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC)
Si conferma che il complesso delle risorse FSC, per il periodo di programmazione 2021-2027, è destinato a sostenere esclusivamente interventi per lo sviluppo, ripartiti nella proporzione dell'80 per cento nelle aree del Mezzogiorno e del 20 per cento nelle aree del Centro-Nord.
La ripartizione delle risorse FSC avviene ad opera del Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile (CIPESS), su proposta del Ministro per gli affari europei e sentita la Cabina di regia FSC, in favore solo di amministrazioni centrali e regioni e province autonome (e non anche di città metropolitane e altri enti pubblici, come invece previsto dalla disciplina vigente).
Inoltre si introduce la possibilità che gli interventi previsti dagli Accordi per la coesione siano finanziati con le risorse destinate ad interventi complementari dei Programmi 2014-2020 che risultano ancora non impegnate, con i fondi strutturali afferenti ai Programmi europei di competenza di ciascuna Amministrazione centrale o di ciascuna regione e con le risorse derivanti dai rimborsi europei e dal corrispondente cofinanziamento nazionale.
Si disciplinano poi le modalità per l'attribuzione alle amministrazioni delle risorse assegnate dal CIPESS per la realizzazione degli accordi per la coesione.
Infine si implementa uno specifico sistema di monitoraggio con riguardo all'utilizzazione delle risorse in materia di politiche di coesione (Sistema nazionale di monitoraggio) e si dispone la pubblicazione sul portale web www.opencoesione.gov.it, gestito dal Dipartimento per le politiche di coesione, sia dei documenti di programmazione delle risorse nazionali per la coesione sia dei dati anagrafici e di avanzamento dei progetti.Zona economica speciale per il Mezzogiorno
Si prevede l'istituzione, a decorrere dal 1° gennaio 2024, della nuova Zona Economica Speciale per il Mezzogiorno, "ZES unica", comprendente i territori delle regioni Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sicilia, Sardegna, che sostituirà le attuali otto Zone economiche speciali istituite nei territori del Mezzogiorno.
Si introduce un nuovo sistema di governance della ZES UNICA, confermando la previsione di una Cabina di regia alla quale sono attribuite di funzioni di indirizzo, coordinamento, vigilanza e monitoraggio della ZES unica.
Inoltre si prevede l'istituzione di una nuova Struttura di missione con una durata di 3 anni e si ridefiniscono gli adempimenti procedurali. La Struttura dovrà fornire supporto all'Autorità politica delegata in materia di ZES per l'esercizio delle funzioni di indirizzo e coordinamento dell'azione strategica del Governo e di predisposizione e aggiornamento del Piano strategico ZES e delle attività necessarie a prevenire tentativi di infiltrazione da parte della criminalità organizzata.
All'interno dell'area ZES, infine, le aziende già operative e quelle che si insedieranno potranno beneficiare di diverse tipologie di vantaggi (speciali condizioni), quali:
la previsione di un'autorizzazione unica per l'avvio delle attività produttive e
il riconoscimento, fino al 2026, di un credito d'imposta nella misura massima consentita dalla Carta degli aiuti a finalità regionale 2022-2027 per l'acquisizione dei beni strumentali nuovi destinati a strutture produttive.
 

ILSOLE24ORE.

Pnrr: l'11 settembre il Comitato economico e finanziario si pronuncia sulla terza rata

Fra terza e quarta rata, l'Italia dovrebbe ottenere complessivamente 35 miliardi di euro.
L''11 settembre si pronunciano sulla terza rata da 18,5 miliardi del Pnrr i direttori generali del Tesoro riuniti nel Comitato economico e finanziario. Dopo questo parere, a questo punto con ogni probabilità positivo, la strada è in discesa e l'erogazione delle risorse dovrebbe arrivare ai primi di ottobre. Il 14 settembre ci sarà invece un passaggio importante per la quarta rata: il Consiglio dovrà approvare la proposta di decisione esecutiva che accoglie formalmente la modifica degli obiettivi: dal giorno dopo l'Italia potrà inoltrare la richiesta di pagamento e far partire l'assessment.
Ciriani: la quarta rata arriverà entro la fine del 2023
Fra terza e quarta rata, l'Italia dovrebbe ottenere complessivamente 35 miliardi di euro. Lo scorso 28 luglio la Commissione europea ha approvato la valutazione positiva preliminare concernente il conseguimento degli obiettivi della terza rata e ha approvato le proposte di modifiche relative alla IV rata. Ora, la procedura prevede per oggi, lunedì 11 settembre, la riunione del Comitato economico e finanziario (CEF) mentre il 14 settembre il Consiglio Ue si pronuncerà definitivamente sulle modifiche relative alla quarta rata. A questo punto, ha spiegato nei giorni scorsi il ministro dei rapporti con il parlamento Luca Ciriani, «sarà possibile presentare già a partire dal 20 settembre la richiesta di pagamento della IV rata di 16,5 miliardi di euro, consentendone la sua erogazione entro la fine del 2023».
Il ministro dei rapporti con il Parlamento ha ricordato che il Fondo di sviluppo e coesione «è già stato impiegato dai precedenti Esecutivi per assicurare il cofinanziamento del Pnrr». Nel dettaglio finora sono stati usati 15,6 miliardi di euro del Fsc «per assicurare il cofinanziamento del Pnrr. Quanto al vincolo di destinare l'80% delle risorse Fsc al Mezzogiorno, - ha chiarito ancora Ciriani - si tratta di un obbligo di legge di cui si intende garantire la piena osservanza anche relativamente agli interventi già finanziati dal Pnrr».


VIVIENNA.
Attendendo il Commissario del Libero Consorzio mancano i soldi per il ritorno alle ex Province.

Mentre il Governo regionale è impegnato a trovare "la quadra" per nominare i nuovi Commissari straordinari degli enti di area vasta, in attesa di un'improbabile ritorno all'elezione diretta dei relativi organi di governo, rari sono i casi in cui si registra un approfondimento complessivo del sistema delle autonomia locali.
La riforma delle autonomie locali
In tempi di progressiva contrazione della spesa pubblica, i cui vincoli sono stati allentati solo nel periodo pandemico, le esigenze di razionalizzazione delle autonomie locali, impongono di rivedere anche i parametri quantitativi derivanti dal rapporto tra numero di cariche elettive e comunità locali rappresentate, venendo ad essere coinvolto lo specifico fine della riduzione dei costi della politica, che non può essere disconnesso dalle ragioni di coordinamento finanziario proprie di obiettivi di portata oramai chiaramente europea.
La riduzione dei Consiglieri comunali
Oggi l'interesse pubblico può essere tranquillamente raggiunto da un numero di Consiglieri comunali decisamente inferiore a quello attuale. E tale assunto assume robustezza in tutti quei Comuni che non superano i 15 mila abitanti e che poi rappresentano la maggioranza dei Comuni d'Italia. Ci chiediamo quale funzione di indirizzo politico può ancora oggi essere esercitata dai Consiglieri in Comuni in cui i bilanci sono diventati meri documenti ricognitivi della contabilità dell'ente municipale sempre più vincolata dai noti parametri del patto di stabilità. Quale funzione di indirizzo politico e di programmazione urbanistica può essere esercitata in Comuni sempre più preda di decremento demografico e socio-economico. Se tutti i Comuni sono ormai dotati di strumentazione urbanistica, ancorchè spesso da aggiornare, e totalmente antropizzati, su cosa bisogna ragionare per giustificare ancora la funzione di indirizzo e programmazione in capo ai Consigli comunali?
L'equità contributiva dei cittadini
Con questo non vogliamo dire che le comunità locali potranno in futuro essere governate dai soli Sindaci modello podestà, si vuole soltanto far notare che il rapporto tra interesse pubblico e fiscalità generale non è cristallizzato ma dinamico e, come tale, soggetto a variazioni. Se per il perseguimento del medesimo interesse pubblico sotteso al governo di un ente locale, basta un numero inferiore di Consiglieri rispetto a quello attualmente previsto, il legislatore deve prenderne atto introducendo i necessari correttivi pena la violazione dell'art. 53 della Costituzione in forza del quale "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".


QDS.
Pensioni, salta la riforma del Governo: resta Quota 103, si cerca di ampliare Opzione Donna.
Rinviata la riforma delle pensioni promessa dal Governo. Nel 2024 rimarrà ancora Quota 103, si pensa a modificare Opzione Donna.
Non ci sarà la riforma delle pensioni promessa dal Governo, con Quota 103 che rimarrà in vigore anche per il prossimo anno. I vincoli di bilancio in vista della prossima Manovra costringono infatti l'esecutivo Meloni a rinviare più in avanti la ristrutturazione del mondo pensionistico italiano.
Quota 103 non va in... pensione
Nel 2024, quindi, verrà riproposta nuovamente la misura che prevede l'uscita anticipata dal lavoro con 41 anni di contributi e 62 anni di età. Quota 103 rimarrà attiva almeno per tutto il 2024, in attesa di riuscire a reperire i fondi necessari per nuove innovazioni, così come ricordato in questi giorni dal sottosegretario al Lavoro, Claudio Durigon.
Pensioni, come cambia Opzione Donna
Per il prossimo anno dovrebbe essere riconfermata anche l'Ape Sociale, mentre si studia come poter estendere Opzione Donna a 58 anni (e non più a 60 anni).
In particolare, sembra essere destinato a saltare il vincolo dei figli. La misura rimarrebbe comunque limitata per alcune categorie di lavoratrici: invalide al 74%, caregiver, licenziate o occupate in aziende in stato di crisi.
All'orizzonte, inoltre, potrebbe materializzarsi il taglio del 20% dell'assegno per quanto concerne il calcolo contributo sulla pensione.
Pensioni, si alzano le minime?
Sempre per quanto concerne le pensioni, il Governo starebbe riflettendo sull'innalzamento delle minime a 600-700 euro per i soggetti over 75.
Lo stesso Durigon, recentemente, ha ribadito che nella prossima Manovra potrebbe esserci spazio per un'ampliamento della platea a sostegno degli assegni più bassi, con la redistribuzione dell'adeguamento all'inflazione delle pensioni.


larepubblica.it
Province, atenei, ospedali: la destra paralizza la Regione siciliana con la spartizione delle nomine
Non solo la partita dei futuri manager della sanità, da decidere entro ottobre. Nella maggioranza di centrodestra alla Regione, che scalda i motori in vista delle Europee, è guerra totale sulle nomine: dai vertici dei consorzi universitari ai commissari delle ex Province. Una guerra che ridisegna il campo delle alleanze, con un asse ormai esplicito tra il presidente forzista Schifani e la Dc di Cuffaro, ma paralizza l'azione di governo: a quasi un anno dall'insediamento, nessuna riforma è andata in porto.

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